Acidi Grassi Volatili nei mangimi per rumini

25/06/2020

Esistono diversi tipi di acidi grassi volatili rintracciabili in diversi prodotti tra cui la gomma, alcuni tipi di rifiuti speciali, nell’olio, negli stomaci dei ruminanti e anche nei mangimi di cui si cibano. Parliamo in particolare di quest’ultimi che si differenziano in acido acetico, acido propionico,acido butirrico ed acido lattico.

L’acido propionico si sviluppa nello stomaco del ruminante durante la digestione ad opera della degradazione degli estratti inazotati con  produzione di lipidi e quindi utile per far ingrassare l’animale. Questo acido grasso si sviluppa durante la digestione del rumine.

L’acido acetico deriva dalla degradazione della fibra grezza, si sviluppa durante l’insilamento ed è utile in quanto produce i grassi del latte quando viene utilizzato dal rumine per la ghiandola mammaria.

L’acido lattico, la cui presenza è importante negli insilati, deriva dalla fermentazione lattica del mangime trasformandosi in glucosio utile nella dieta dei rumini.
Gli acidi grassi volatili favoriscono un’ alimentazione corretta e si formano durante l’insilamento in ambiente anaerobico.

Le analisi degli acidi grassi volatili vengono effettuate per verificare se l’insilamento è avvenuto correttamente e se è possibile alimentare il rumine con quel mangime.

Una buon insilamento richiederebbe assenza di ossigeno, buona copertura e compressione adeguata per mantenere fresco il mangime in modo da permettere la crescita di batteri omolattici precursori della sintesi dell’acido acetico, acido lattico e una percentuale trascurabile di acido butirrico, che per essere considerato accettabile dovrebbe aggirarsi attorno a 0.01%, ottenendo così un pH compreso tra 3.7 e 4.

Nel caso in cui vi sia un tenore elevato di ossigeno , il pH può raggiungere valori intorno al 5-5,5 u(pH) e ciò è dovuto al fatto che l’insilato è stato coperto male o mal costruito. In questo caso vi è molta probabilità che si sviluppi più facilmente il clostrydium butirrium e di conseguenza l’indesiderato acido butirrico.

L’acido butirrico, che in un buon insilato non deve essere presente, è causa di odori sgradevoli che si trasferiscono dallo stesso fino al latte e sono responsabili anche del gonfiore tardivo nei formaggi. Per tale motivo l’acido butirrico non deve essere presente nei mangimi.

A questo punto quali sono i valori di acidi grassi volatili ottimali per un buon insilato? Dipende, le percentuali variano dalla tipologia di mangime e dalla composizione di elementi come fibre, proteine e zuccheri.

A questo proposito ci vengono in aiuto due diverse valutazioni, il punteggio “Flieg” e il punteggio “Vanbelle e Belin”.
 
Il primo si riferisce soprattutto a mangimi come insilati di mais o alimenti con presenza variata, mentre il secondo viene utile per mangimi soprattutto a foglia tipo foraggio, insilati d’erba e simili e viene utilizzato con l’aggiunta in valutazione dell’azoto ammoniacale e azoto totale prodotto dalle proteine oltre agli acidi grassi volatili. Di fatto queste valutazioni assegnano un punteggio singolo ai vari acidi tramite la percentuale trovata durante l’analisi, poi si procede alla somma dei tre punteggi di Acido acetico, lattico e butirrico ottenendo così la valutazione globale da cui si può dedurre la qualità finale dell’insilato.
 
Area Laboratori di Analisi

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