Che tavole sarebbero senza chimica?
Chimica a tavola, accostamento che genera compenso, timore e scongiuri in un’opinione pubblica cresciuta con il motto “BIO E SANO”.
Ma.. senza chimica gli scaffali dei supermercati sarebbero vuoti!!
Gli additivi alimentari sono definiti per legge a livello europeo come «...qualsiasi sostanza normalmente non consumata come alimento in quanto tale e non utilizzata come ingrediente tipico degli alimenti, indipendentemente dal fatto di avere un valore nutritivo, che aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico nelle fasi di produzione, trasformazione, preparazione, trattamento, imballaggio, trasporto o immagazzinamento degli alimenti, si possa ragionevolmente presumere che diventi, essa stessa o i suoi derivati, un componente di tali alimenti, direttamente o indirettamente». Gli additivi sono classificati in base alla loro funzione, ne fanno parte quindi i conservanti.
La conservazione degli alimenti infatti è possibile grazie ad una serie di sostanze che ne impediscono la naturale alterazione, di odore, sapore e aspetto.
Un toccasana per gli acquirenti, messi al riparo dalla pericolosità di funghi, lieviti, batteri e di tutto ciò che renderebbe i prodotti non commestibili.
La CHIMICA è dunque uno degli ingredienti fondamentali dell’industria alimentare, attraverso prodotti e procedimenti riconosciuti come SICURI senza alcuna conseguenza per la salute dei consumatori.
Per inibire la crescita dei batteri per es. nel vino, nella frutta secca, nelle verdure, nell’aceto o nella salamoia, si usano composti a base di zolfo come i solfiti (E221-228). L’acido sorbico (E200) può essere usato per molti scopi diversi, tra cui la conservazione dei prodotti a base di patate, del formaggio e della marmellata. Un altro importante gruppo di sostanze è quello dei composti a base di nitrati e nitriti (E249-252). Sono usati come additivi nei prodotti a base di carne come salsicce e prosciutti per proteggerli contro il batterio che causa il botulismo (Clostridium botulinum), fornendo così un contributo significativo alla sicurezza alimentare. L’acido benzoico e i suoi sali di calcio, sodio o potassio (E210-213) sono impiegati come antibatterici e fungicidi in alimenti come cetrioli sottaceto, marmellate e gelatine a basso contenuto di zucchero, condimenti.
A livello europeo, gli organismi responsabili della valutazione della sicurezza, dell’autorizzazione, del controllo e dell’etichettatura dei conservanti e degli altri additivi sono la European Food Safety Authority (EFSA) e la Commissione, il Parlamento e il Consiglio Europei.
A livello internazionale esiste un Joint Expert Committee on Food Additives (JECFA, Comitato congiunto di esperti sugli additivi alimentari) dell’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
La valutazione della sicurezza dei conservanti, come per gli altri additivi alimentari, si basa sull’esame di tutti i dati tossicologici disponibili, comprese le osservazioni negli esseri umani e nei modelli animali. Sulla base dei dati disponibili, viene stabilito un livello massimo di additivo che non ha effetto tossico dimostrabile. Si chiama "livello effetto zero" (in inglese 'no-observed-adverse-effect level', NOAEL) e viene usato per determinare per ogni additivo la 'Dose giornaliera ammissibile' (DGA). La DGA prevede un ampio margine di sicurezza e si riferisce alla quantità di additivo alimentare che può essere assunta quotidianamente, nell’arco di una vita, senza effetti negativi sulla salute.
Area Laboratori di analisi