Dal 2011, arrivano in Italia enormi quantitativi di asbesto, per essere trasformati in guarnizioni per freni e frizioni e in pannelli in fibrocemento.
Questa notizia allucinante è apparsa sulla stampa e sui siti internet da qualche giorno e da essa si apprende che il procuratore Guariniello sta indagando su un traffico di amianto tra India e Italia, che avverrebbe alla luce del sole, nella completa conoscenza dell’Agenzia delle Dogane!
Com’è noto, l’India rappresenta una sorta di “paradiso” mondiale dell’asbesto.
Tra il 2011 e il 2012, ne ha importato 365mila tonnellate, in prevalenza dalla Russia (51%), ma anche dal Kazakhstan (18%), dal Brasile (13%) e dal Canada (7%), per impiegarlo nella realizzazione di manufatti cementizi, che vengono poi a loro volta esportati, contribuendo ad un business di milioni e milioni di dollari.
Bene, dal bollettino governativo “Indian Minerals Yearbook 2012 – Asbestos – Final release”, report ufficiale pubblicato dall’ufficio centrale del ministero delle Risorse minerarie indiano, si apprende che nel biennio 2011-2012 l’India ha esportato nel mondo 1.296 tonnellate totali di asbesto, 1040 delle quali sono finite in Italia, ovvero si apprende che il nostro Paese è il principale acquirente di amianto dall’India, seguito ad enorme distanza dal Nepal (124 tonnellate), dalla Nigeria (38 tonnellate), dal Kenya (28 tonnellate) e dal Ghana (15 tonnellate).
Dunque, malgrado in Italia l’amianto non si possa vendere, comprare, lavorare e nemmeno estrarre dalle cave ormai da oltre 20 anni, in seguito alla Legge 27 marzo 1992 n. 257 “Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto”, si scopre che viene importato in enormi quantitativi dall’India!!!!
Per giunta, non si tratterebbe di contrabbando o di un’attività clandestina, ma di un commercio alla luce del sole regolarmente certificato dall’Agenzia delle Dogane: infatti l’Agenzia delle Dogane, interpellata dal magistrato sopra nominato, avrebbe confermato tutto quanto, aggiungendo che le importazioni di amianto sono proseguite anche nel 2014 appena concluso.
Le aziende italiane coinvolte sarebbero una decina, sparse in tutto il territorio nazionale ed utilizzano l’amianto per confezionare guarnizioni per freni e frizioni o per fabbricare lastre e pannelli in fibrocemento, né più né meno come, si pensava, succedeva tanti anni fa. Poiché la sopra indicata legge prevede deroghe limitate e autorizzate dal governo, si sta indagando per accertare il possesso delle eventuali concessioni e la correttezza del loro rilascio. Staremo a vedere.