La Commissione centrale di coordinamento per l'attività di vigilanza del Ministero del Lavoro, ha reso noti i risultati dei controlli sulla sicurezza sul lavoro e sulla regolarità dei rapporti di lavoro.
Le attività di ispezione contro il lavoro irregolare durante il 2013, hanno riguardato 65.589 imprese ispezionate nei primi tre mesi dell'anno dai vari enti impegnati nell'attività di vigilanza e dalle forze dell'ordine (+ 7% rispetto alle ispezioni dello stesso periodo del 2012): tra tutte le imprese controllate, il 62% è risultato non in regola.
Le cifre si possono così riassumere:
-
24.000 le ispezioni sulla gestione dei rapporti di lavoro
-
diminuzione del lavoro nero (-8% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente), con l'accertamento di 21.866 lavoratori totalmente sommersi. Maggiore concentrazione di lavoro irregolare si conferma nell'edilizia (55% delle aziende ispezionate), in agricoltura (50%) e nel settore terziario e industriale (entrambi con il 46%).
Tra le varie tipologie di violazione, registrano un forte incremento le forme di "decentramento produttivo" irregolare (appalto e somministrazione illecita, 4.900 violazioni, con +96% degli illeciti rilevati rispetto all'analogo periodo dell'anno 2012), così come l'utilizzo distorto di forme contrattuali (collaborazioni a progetto, partite IVA, associazioni in partecipazione, 5.227 lavoratori, con +84%).
Si rammenta che, in base al cosiddetto “Decreto del Fare” DL 76/2013 (art.9) "Primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti" (in G.U.n.150 del 28-6-2013), è stata introdotta una rivalutazione del 9,6% delle sanzioni, in considerazione della maggiore importanza attribuita alla tutela dei lavoratori sotto il profilo della regolarità contrattuale e in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.