Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD): Prossima la pubblicazione
28/11/2022
Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)
Ambito di applicazione
La direttiva in oggetto è stata definita come pietra miliare del Green Deal europeo e dell'Agenda per la finanza sostenibile. E’ attesa la sua pubblicazione in GUUE per il 28 novembre, con contenuti già concordati tra gli Stati membri UE.
Riguarda trasparenza dei dati delle imprese su impatto ambientale, diritti umani e standard sociali; prevede controlli e certificazioni indipendenti per assicurare che i dati forniti siano affidabili; impone l’obbligo di dichiarazione di sostenibilità, equiparata a quella finanziaria, permettendo agli investitori di disporre di dati comparabili e attendibili; prevede l’accesso digitale alle informazioni. Sarà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione.
Criteri di applicazione
Ai nuovi obblighi sono tenute le grandi imprese, quotate o meno in borsa, comprese le imprese estere che fatturano più di 150 milioni di euro nell'UE.
Per grandi imprese si intendono quelle che superano almeno due dei tre criteri seguenti: attivo di stato patrimoniale: 20 milioni di euro; ricavi netti: EUR 40 milioni di euro; numero medio di dipendenti durante l'anno finanziario: 250.
Timeline in dettaglio
- dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria, con scadenza delle relazioni nel 2025;
- dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese non soggette alla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali), con scadenza nel 2026;
- dal 1° gennaio 2026 per le PMI e le altre imprese quotate, con scadenza nel 2027, le PMI possono però scegliere di non partecipare fino al 2028.
Lo scorso 10 novembre 2022 il Parlamento Europeo ha approvato una proposta di direttiva intitolata Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), già formulata nell’aprile del 2021, relativa alla comunicazione di informazioni sulla sostenibilità delle imprese, che rivede i contenuti della direttiva sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario. Tale Direttiva si inquadra nel percorso intrapreso dall’UE con apposito Regolamento di tassonomia delle imprese, cioè di classificazione sulla base di criteri scientificamente condivisi a livello UE delle attività economiche che possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale e che concorrono agli obiettivi del Green Deal.
Obiettivi dichiarati rendere sistematiche, trasparenti, credibili, comparabili e certificabili le informazioni sulla sostenibilità comunicate dalle imprese, sempre più richieste dai portatori di interesse, da circolare in formati e contenuti accessibili a mezzo di tecnologie digitali.
Il Green Deal europeo ha come obiettivo primario quello di trasformare il mercato economico UE in un mercato efficiente sotto il profilo delle risorse e della competitività entro il 2050. Il 4 marzo 2020 la Commissione ha adottato a tale scopo una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il regolamento (UE) 2018/1999 (Legge europea sul clima) (2020/0036(COD)), proponendo di rendere giuridicamente vincolante per l'UE l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050.
Il Green Deal europeo ha inoltre l’obiettivo di proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell'UE e proteggere la salute e il benessere dei cittadini dai rischi di natura ambientale e dalle relative conseguenze.
Il contenuto della Direttiva CSRD apporta modifiche a testi delle previgenti direttiva 2013/34/UE, direttiva 2004/109/CE, direttiva 2006/43/CE e regolamento (UE) n. 537/2014, in particolare sul tema della “finanza sostenibile” di cui alla Direttiva NFRD, risultate insufficienti nella determinazione dei risultati attesi.
Gli obblighi di segnalazione dei dati relativi ad impatto sociale ed ambientale previsti dalla Direttiva CSRD si applicheranno a tutte le grandi società e a tutte le società quotate, comprese le piccole e medie imprese (PMI) quotate, e consentiranno ai portatori di interesse (investitori, partecipanti ai mercati finanziari, controllori istituzionali, cittadini ecc.) di formulare autonome valutazioni sull’operato e sulle modalità di gestione delle aziende soggette ad informativa, sulla base di rigorosi criteri di vaglio tecnico.
La pubblicazione della quota delle attività verdi allineate con la tassonomia permetterà di mettere a confronto imprese e portafogli di investimento e per le imprese che hanno intrapreso il percorso green di accedere con maggiore facilità ai finanziamenti per i loro progetti.
Le informazioni comunicate dalle imprese saranno a disposizione degli analisti delle banche, delle compagnie di assicurazione, delle società di gestione del risparmio e delle agenzie di rating del credito, degli investitori finali, delle organizzazioni non governative e degli altri portatori di interessi che desiderano una maggiore responsabilizzazione delle imprese per il loro impatto sociale e ambientale.
Si prevede che la direttiva proposta si applichi a circa 49.000 imprese (che rappresentano il 75 % del fatturato di tutte le società di capitali), rispetto alle circa 11.000 ora soggette alle norme vigenti in materia di informativa sulla sostenibilità (la direttiva Comunicazione di informazioni non finanziarie) e dovrebbe dare evidenza di aspetti di sostenibilità e impatto su persone (documentando ad esempio dettagli circa la qualità del lavoro e i relativi aspetti etici considerati lungo tutta la filiera di approvvigionamento e di produzione) e ambiente.
Le informazioni comunicate saranno sottoposte a verifica ed etichettate digitalmente in modo da poter confluire in un unico punto di accesso europeo previsto dal piano d'azione per l'Unione dei mercati dei capitali.
Sulla qualità dei dati trasmessi vigileranno anche le autorità europee quali l'Agenzia europea dell'ambiente, l'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali e la piattaforma sulla finanza sostenibile.
Il Parlamento e il Consiglio hanno proposto di elaborare principi per le imprese di grandi dimensioni e principi distinti proporzionati per le PMI. Mentre le PMI quotate nei mercati regolamentati sarebbero tenute a utilizzare tali principi proporzionati, le PMI non quotate (che costituiscono la stragrande maggioranza) potrebbero scegliere di aderirvi su base volontaria.
Le imprese soggette o aderenti su base volontaria dovranno comunicare la quota del loro fatturato, delle spese in conto capitale e delle spese operative derivanti o associate ad attività economiche considerate ecosostenibili, con pubblicazione annuale degli indicatori di prestazione.
Nell'ambito della valutazione dell'adeguatezza degli strumenti finanziari e assicurativi posti sul mercato, i consulenti assicurativi e di investimento avranno l'obbligo di ottenere dal cliente informazioni non solo sulle sue conoscenze e sulla sua esperienza in materia di investimenti, sulla capacità di sostenere perdite e sulla tolleranza al rischio, ma anche sulle sue preferenze in fatto di sostenibilità. La Commissione UE ritiene che tale tipo di regolamentazione farà crescere la domanda di strumenti e prodotti finanziari con strategie di investimenti sostenibili e che prendono in considerazione le ripercussioni negative sulla sostenibilità.
L'adozione della proposta da parte del Consiglio è prevista per il 28 novembre 2022, a cui seguirà la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'UE. La Direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione.
Link:
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52021PC0189
https://www.cdsb.net/what-we-do/policy-work/eu-sustainability-reporting
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