Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), Dir. UE 2022/2464, operativa dal 5 gennaio 2023, si pone come fondamentale evoluzione della precedente Non Financial Reporting Directive (NFRD). Introduce nuovi criteri e requisiti per la rendicontazione della sostenibilità aziendale, evidenziando la creazione di valore economico, sociale ed ambientale come pilastro delle strategie aziendali. La CSRD, quindi, riconosce la sostenibilità come un valore etico e un elemento cruciale di competitività per le imprese. Le informazioni fornite seguendo i contenuti della Direttiva aiuteranno a soddisfare la domanda di dati da parte di finanziatori/fornitori di credito e di investitori, aiutando così le imprese nel loro accesso ai finanziamenti.

ESTENSIONE DELLA PLATEA DI IMPRESE COINVOLTE

La CSRD amplia notevolmente il numero di imprese coinvolte, passando da 11.600 a 49.000 in Europa, con circa 7.000 in Italia. La sua implementazione segue una roadmap applicativa dettagliata che inizia dal 2025 per le imprese già soggette alla NFRD.

ROADMAP APPLICATIVA

Dal 2025 (Anno Fiscale 2024): Coinvolge le imprese attualmente soggette alla NFRD, come imprese quotate, banche e assicurazioni con più di 500 dipendenti. Devono aver registrato in media durante l'esercizio finanziario un numero di dipendenti superiore a 500 e, alla data di chiusura del bilancio, aver superato almeno uno dei seguenti limiti dimensionali: 20 milioni di euro di stato patrimoniale o 40 milioni di euro di ricavi netti.
Dal 2026 (Anno Fiscale 2025): Coinvolge le grandi imprese non quotate con almeno due dei seguenti criteri dimensionali: più di 250 dipendenti, stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro, o ricavi netti superiori a 40 milioni di euro.
Dal 2027 (Anno Fiscale 2026): Coinvolge le piccole e medie imprese quotate (escluse le microimprese), gli istituti di credito di piccole dimensioni non complessi e le imprese di assicurazioni dipendenti da un Gruppo ("captive").
Dal 2029 (Anno Fiscale 2028): Coinvolge le imprese e figlie succursali con capogruppo extra-UE, per le quali la capogruppo abbia generato in UE ricavi netti superiori a 150 milioni di euro per ciascuno degli ultimi due esercizi consecutivi e almeno una impresa figlia soddisfi i requisiti dimensionali della CSRD o una succursale abbia generato ricavi netti superiori a 40 milioni di euro nell'esercizio precedente.

CONTENUTI DELLA COMUNICAZIONE SULLA SOSTENIBILITÀ

Le imprese devono fornire una comunicazione dettagliata sulla sostenibilità, includendo aspetti come il modello di business, la strategia aziendale, obiettivi, progressi, ruolo degli organi di governance, rischi, e informazioni sul capitale intellettuale, umano, sociale e relazionale.

OBBLIGO DI COLLOCAZIONE DELL'INFORMATIVA

L'informativa di sostenibilità è obbligatoriamente inclusa nella Relazione sulla Gestione, integrando le informazioni finanziarie e non finanziarie in un unico documento.

PRINCIPIO DI “DOPPIA MATERIALITÀ”

Le imprese devono specificare come i fattori di sostenibilità influenzano lo sviluppo aziendale (prospettiva outside-in) e come l'attività aziendale impatti sulla società e sull'ambiente (prospettiva inside-out).

INTEGRAZIONE DEGLI ASPETTI ESG LUNGO LA VALUE CHAIN

Le imprese devono includere informazioni sugli impatti materiali, rischi e opportunità lungo l'intera catena del valore, in conformità con i principi della direttiva.

STANDARD DI RENDICONTAZIONE EUROPEI

L'European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha elaborato gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) per l'informativa sulla sostenibilità, includendo principi di reporting ambientale, sociale e di governance, seguendo la Tassonomia Green per le informazioni ambientali.

FORMATO ELETTRONICO UNICO DI COMUNICAZIONE

La CSRD introduce l'obbligo di redigere il bilancio e la relazione sulla gestione in formato XHTML, con un sistema di "marcatura digitale" tramite tag collegato all'implementazione del Punto di Accesso Unico Europeo (ESAP).

METODOLOGIA PER LE AZIENDE NEL PERCORSO DI SOSTENIBILITÀ

Le aziende che affrontano il percorso di sostenibilità devono adottare un Piano di Azione per una strategia di competitività. Questo piano include:
  1. Analisi di Settore: Individuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), con studio della Direttiva di Reporting Non Finanziario (NFRD) e della Direttiva di Reporting di Sostenibilità Aziendale (CSRD).
  2. Analisi di Materialità: Identificazione di problematiche sociali, economiche e ambientali interne ed esterne all'impresa.
  3. Costruzione della Strategia: Individuazione di Obiettivi Strategici misurabili (KPIs di sostenibilità), correlati alle 17 aree tematiche e 167 targets degli SDGs. Gli obiettivi devono essere SMART (Specifici, Misurabili, Azionabili, Realistici, definiti nel Tempo).
  4. Attuazione delle Linee di Azione: Implementazione delle strategie identificate.
  5. Verifica dei Risultati: Utilizzo di tecniche di audit e valutazione interna, con applicazione di criteri di valutazione da parte di terzi accreditati, per contrastare il greenwashing.
  6. Elaborazione del Bilancio di Sostenibilità: Creazione di un documento che rifletta gli sforzi e i risultati in materia di sostenibilità.
  7. Dichiarazione di Sostenibilità: Comunicazione formale e pubblica dei risultati e degli impegni aziendali in campo di sostenibilità.
Nota: Per le PMI, il documento [Draft] Voluntary ESRS for non-listed Small and Medium-Sized Enterprises (VSME ESRS ED), presentato nel novembre 2023 da EFRAG, fornisce linee guida specifiche per affrontare il percorso verso la rendicontazione di sostenibilità in modo volontario

Il documento si riferisce a PMI e si applica alle imprese i cui titoli non sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato dell'Unione Europea (non quotato). Lo Standard copre le stesse questioni di sostenibilità degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) per le grandi imprese, ma si basa sul concetto chiave di proporzionalità.
 
L’articolo 3 della Direttiva 2013/34/UE, definisce e distingue tre categorie di piccole e medie imprese sulla base del totale di bilancio, del fatturato netto e del numero medio di dipendenti durante l’esercizio.
 
Un'impresa è micro se non supera due delle seguenti soglie: 350.000 euro di totale di bilancio, 700.000 euro di fatturato netto e 10 dipendenti.
 
Un'impresa è piccola se non supera due delle seguenti soglie: 4 milioni di euro di totale di bilancio, 8 milioni di euro di fatturato netto o una media di 50 dipendenti.
 
Un'impresa è media se non supera due delle seguenti soglie: 20 milioni di euro di totale di bilancio, 40 milioni di euro di fatturato netto e 250
dipendenti.
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