Con sentenza del 7 ottobre scorso, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha sentenziato che il comma 1 dell'articolo 3 della direttiva 92/57/CEE, impedisce alle norme di legge degli Stati Membri, di non prevedere l'obbligo di nomina degli stessi nel caso di un cantiere di lavori privati non soggetti a permesso di costruire e nel quale sono presenti più imprese.
In tal modo la Comunità Europea ha dichiarato illegittimo l'articolo 90 comma 1 del D.Lgs. n. 81/2008, poiché consente di derogare all'obbligo per il committente o il responsabile dei lavori, di nominare un coordinatore per la sicurezza e la salute al momento della progettazione dell'opera o, comunque, prima dell'esecuzione dei lavori, nel caso di lavori privati non soggetti al permesso di costruire.
La corte di Giustizia, precisa inoltre che il comma 2 dello stesso articolo 3 della direttiva 92/57/CEE, non consente che la legge nazionale preveda l'obbligo per il coordinatore della esecuzione dell'opera, di redigere un piano di sicurezza e di salute, nel solo caso in cui, in un cantiere di lavori privati non soggetti a permesso di costruire, intervengano più imprese, senza tenere conto per tale obbligo, della presenza di rischi particolari, contemplati all'allegato II della direttiva. Infatti, l’art. 3 della direttiva 92/57, stabilisce senza equivoci l’obbligo di nominare un coordinatore in materia di sicurezza e di salute per ogni cantiere in cui sono presenti più imprese e non ammette alcuna deroga a tale obbligo.
Dunque, secondo la Corte, un coordinatore in materia di sicurezza e di salute deve essere sempre nominato, all’atto della progettazione dell’opera o, comunque, prima dell’esecuzione dei lavori, per un cantiere in cui sono presenti più imprese, indipendentemente dalla circostanza che i lavori siano soggetti o meno a permesso di costruire ovvero che tale cantiere comporti o no rischi particolari.