Da domani, 14 giungo, passerà in zona bianca quasi tutt’Italia, a conferma che la terza ondata della pandemia virale sembra essere quasi conclusa. Ci sono dati a sufficienza per un confronto con l’ondata precedente: a livello nazionale c’è stato un leggero calo nel numero massimo di ricoveri totali con sintomi mentre quello dei ricoveri in terapia intensiva è stato sostanzialmente lo stesso. Analogo andamento si è verificato in Lombardia.
Così non è stato per il numero massimo dei decessi giornalieri, decisamente inferiore nella terza ondata. Protocolli di cura più mirati e una maggior esperienza nella gestione della malattia hanno probabilmente influito su questo esito. Bisogna essere grati al nostro sistema di salute pubblica e alla professionalità del personale sanitario.
Notizie contrastanti sul fronte della campagna vaccinale. Il ritmo delle vaccinazioni procede di buon passo, ma il “pasticcio Astrazeneca” rischia di rallentarlo.
Il 23 aprile scorso l’Ema ha pubblicato alcune tabelle che mettono a confronto vari tipi di rischio in relazione alla vaccinazione con Vaxzevria (Astrazeneca). Quella che riguarda la mortalità in una situazione di bassa circolazione del virus come quella attuale è molto chiara: la vaccinazione conviene alle persone con più di 60 anni; in particolare nella fascia 20-39 anni i decessi per 100000 infezioni prevenuti dal vaccino sarebbero zero contro una previsione di 3,7 casi di trombosi molto probabilmente letale.
Resta da capire per quale motivo il governo non abbia imposto fin dall’aprile scorso l’obbligo di vaccinazione con Astrazeneca solo agli ultra sessantenni, dando invece solo una raccomandazione come al solito elusa da molte regioni.
L'analisi e il commento dei dati fanno riferimento al periodo
dal 7/06/2021 al 13/06/2021 e sono a cura di
Daniele Stefanini
Fonti dati: lab.gedidigital.it; lab24.ilsole24ore.com;
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