L'unica possibilità per scongiurare sanzioni all'Italia da parte dell'UE in materia ambientale, è il ricorso ad un Decreto Legge sulle polveri sottili per adeguare la normativa interna a quella comunitaria sulle PM10, in considerazione del fatto che diverse aree metropolitane italiane eccedono i valori di PM10 stabiliti dalle Direttive in vigore dall'inizio del 2010 e che l'Italia è già sotto procedura d'infrazione (la 2008/2194 per mancato rispetto dei valori limite stabiliti da Bruxelles, in fatto di particolato PM10).
Intanto, il Governo ha dato l'okay al D.Lgs. che recepisce per l'Italia la Direttiva 2008/50/CE, integrando il precedente DLgs 152/2006, noto come Codice Ambiente. E fra le novità di rilievo, introdotte dal nuovo D.Lgs., agli Enti territoriali potrebbe essere conferito il potere di subordinare il rilascio della VIA (Valutazione di impatto ambientale) e dall'AIA (Autorizzazione integrata ambientale) all'installazione o miglioramento di stazioni di misurazione della qualità dell'aria, con oneri posti a carico dei gestori degli impianti stessi. Ma non si esclude anche un secondo D.Lgs. di integrazione e modifica del Codice Ambiente in ambito di prevenzione dell'inquinamento.