Direttiva Europea UE 2020/2184: cambia la normativa per l’analisi dell’acqua potabile
21/03/2022
Dopo vent’anni dall’entrata in vigore della prima direttiva europea sulle acque potabili ossia la 98/83/CE recepita in Italia dal Dlgs 31/2001, a gennaio 2021 è entrata in vigore la nuova direttiva europea ossia la (UE) 2020/2184 che porta importanti novità; in particolare introduce l’aggiornamento degli standard qualitativi dell’acqua potabile. Per renderla infatti ancora più sicura si è deciso di abbassare la soglia di alcuni contaminanti e soprattutto di tener conto di nuove sostanze inquinanti emergenti.
Questa direttiva è particolarmente importante perché è la prima legislazione europea ad essere stata adottata grazie all’iniziativa dei cittadini europei; comunque gli stati membri avranno tempo fino al 2023 per recepirne le modifiche nelle loro norme nazionali.
Nella nuova direttiva, per quanto riguarda i parametri microbiologici, non sono più previsti i parametri Pseudomonas e la conta delle colonie a 22 e 37 gradi e non devono essere presenti nè enterococchi intestinali nè Escherichia coli.
Per quanto riguarda invece i parametri chimici sono senz’altro maggiori le modifiche! Infatti, i limiti per i contaminanti diventano più rigidi; ma soprattutto si tiene conto di nuove sostanze, tra cui:
- BisfenoloA: si tratta di un composto che viene usato per produrre plastiche in policarbonato e resine epossidiche; è considerato un interferente endocrino. Diversi studi dimostrano anche i suoi effetti estrogenici, ossia di mimare l’azione degli estrogeni (ormoni femminili) influendo dunque anche sulla funzione riproduttiva (limite normativo: 2,5 µg/l)
- clorato e clorito: si tratta di sottoprodotti che si formano in conseguenza della disinfezione chimica dell’acqua mediante cloro; possono dare disturbi alla tiroide, effetti ematologici e disordini del sistema nervoso (limite normativo: 0,25 mg/l che si alza a 0,70 mg/l se si usa un metodo di disinfezione che genera il diossido di cloro)
- acidi aloacetici (HAAs): si tratta di sottoprodotti che si formano sempre in conseguenza della disinfezione dell’acqua; a seguito dell’interazione del sodio ipoclorito con la materia organica presente nell’acqua; definiti potenziali cancerogeni (limite normativo: 60 µg/l e si misura solo se si è ricorsi ad un metodo per la disinfezione che li può generare; è la somma di 5 sostanze rappresentative che sono: acido monocloroacetico, dicloroacetico, tricloroacetico, acido monobromoacetico e dibromoacetico)
- microcistine-LR: sono epatotossine che vengono prodotte dai cianobatteri o alghe azzurre comunemente presenti nelle acque superficiali, e possono provocare disturbi gastrointestinali (limite normativo: 1 µg/l e viene misurato in caso di densità crescente di cellule cianobatteriche o formazione di efflorescenze)
- PFAS: si tratta di sostanze perfluoroalchiliche divenute ‘famose’ a livello industriale, in quanto principalmente utilizzate per la teflonatura delle pentole antiaderenti e dei tessuti in goretex, Anche queste considerate degli interferenti endocrini e di tossicità diffusa (limite normativo PFAS totale: 0,5 µg/l e si intende la totalità delle sostanze perfluoro e polifluoro alchiliche; mentre per Somma di PFAS si intende la somma di tutte le sostanze perfluoro e polifluoro alchiliche ritenute preocuppanti di cui all’allegato 3, parte B, punto3 il cui limite è 0,10 µg/l)
- Uranio: trattasi di metallo pesante a elevata densità, naturalmente distribuito in tracce nell’ambiente, considerato elemento radioattivo, che può dare disturbi renali ma anche ritenuto un distruttore endocrino che può causare un aumento dell’infertilità oltre che il cancro dell’apparato riproduttivo (limite normativo: 30 µg/l). Altri metalli a cui si applicano nuovi limiti di riferimento possono essere così riassunti:
Metallo |
D.Lgs 31/2001 |
Direttiva (UE) 2020/2184 |
Antimonio
|
5,0 µg/l
|
10 µg/l |
Boro |
1,0 mg/l
|
1,5 mg/l |
Cromo |
50 µg/l
|
25 µg/l
|
Rame |
1,0 mg/l
|
2,0 mg/l
|
Piombo |
10 µg/l |
5 µg/l |
Selenio |
10 µg/l
|
20 µg/l |
Anche il parametro della durezza nella nuova direttiva non risulta più tra i parametri da tenere sotto controllo; viene anzi ritenuto irrilevante; se ne tiene conto in un contesto relativo al trattamento delle acque come la demineralizzazione, l’addolcimento, l’osmosi inversa che potrebbero richiedere l’aggiunta di sali di magnesio o di calcio per migliorarne il gusto e ridurne il potenziale corrosivo.
Infine, per quanto riguarda invece i parametri rilevanti per la valutazione del rischio nel tratto domestico vengono introdotte modifiche per la Legionella e il piombo! La legionella deve essere infatti < 1000 CFU/l ed il Piombo in generale < 10 µg/l ma preferibilmente e a breve gli stati membri dovrebbero impegnarsi al fine di raggiungere un valore di 5 µg /l.
I laboratori Made HSE hanno già messo a punto ed accreditato vari parametri previsti dalla nuova direttiva europea tra i quali la legionella e tutti i metalli, mentre altri sono in via di messa a punto quali il BPA (bifenolo A), i cloriti e clorati e gli aloacetici.
Laboratori di Analisi MADE HSE