Nel mondo scientifico, data la diffusione dei dispositivi di comunicazione wireless (il numero di abbonamenti cellulari è stimato in 5 miliardi a livello mondiale), da molto tempo si dibatte sulla possibile insorgenza di effetti negativi sulla salute derivanti dall’esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza.
Nel maggio 2011 un gruppo di lavoro di 31 scienziati di 14 paesi si è riunito presso l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione, in Francia, per valutare in modo sistematico numerosi studi. Dall'esame degli stessi, il Gruppo di Lavoro ha concluso che può ritenersi possibile una relazione causale tra esposizione a RF-EMF da telefonia mobile e glioma.
Una conclusione simile è stata tratta da questi due studi anche per l'insorgenza del neurinoma dell’acustico, anche se la casistica manifesta numeri nettamente inferiori a quelli di glioma. Per meningioma, tumori della ghiandola parotide, leucemie, linfomi e altri tipi di tumore, le prove sono state ritenute insufficienti per giungere ad una conclusione sulla potenziale associazione con l’uso del telefono cellulare. il Gruppo di Lavoro, a larga maggioranza, ha dunque classificato i campi RF-EMF come “possibili cancerogeni per l’uomo” (Gruppo 2B).
Una relazione che riassume le principali conclusioni del Gruppo di Lavoro IARC, è stata pubblicata sul fascicolo di luglio 2011 di Lancet Oncology ed è leggibile online. In base a quanto concluso dalla IARC, anche il Gruppo di Lavoro AIRM (Associazione Italiana Radioprotezione Medica), nelle proprie Linee Guida per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a radiazioni non ionizzanti, per quanto concerne l’uso di telefonia cellulare e cordless per motivi occupazionali, raccomanda l’adozione di misure precauzionali per ridurre l’esposizione, quali i dispositivi viva voce o gli sms.