La crisi energetica in UE e il “Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale” (Approfondimento)
12/09/2022
Nel mese di settembre la normativa europea ha polarizzato l’attenzione sulla crisi energetica innescata dalla drastica riduzione di approvvigionamenti di gas dalla Russia verso i paesi dell’UE, partendo dal dato tecnico secondo cui la capacità totale di stoccaggio sotterraneo dell’UE è pari a 101,1 miliardi di metri cubi, distribuita tra 160 impianti in 18 Stati membri.
Gazprom possiede circa il 10 % della capacità complessiva di stoccaggio sotterraneo di gas in Europa ed esercita un’influenza su quasi un terzo di tutto il gas stoccato in Germania, Austria e Paesi Bassi. Ha consentito approvvigionamenti a fine 2021 solo fino al 10% della capacità complessiva dei serbatoi di stoccaggio dei paesi a maggiore esposizione, garantendo per altri paesi livelli di riempimento che nell’inverno dello scorso anno si sono attestati al 50% rispetto alle forniture degli anni precedenti, condizionando fortemente il mercato energetico.
Va in questa direzione il Parere del Comitato economico e sociale europeo (CESE) sulla proposta di modifica del regolamento (UE) 2017/1938 concernente misure volte a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di gas e del regolamento (CE) n. 715/2009 relativo alle condizioni di accesso alle reti di trasporto del gas naturale.
Il CESE sostiene la proposta della Commissione relativa agli obiettivi di riempimento obbligatori. Tra le proposte richiede di investire nel breve termine nelle infrastrutture, comprese quelle predisposte per l’idrogeno, nei dispositivi di interconnessione e negli impianti di stoccaggio e di anticipare ad ottobre la notifica sui livelli di riempimento raggiungibili dagli stati membri.
In parallelo e come misure complementari il CESE ha richiesto di:
- attivare una revisione del regolamento per la cooperazione con paesi terzi confinanti così da garantire adeguati livelli di stoccaggio di gas;
- promuovere il coordinamento tra paesi UE per l’autoregolamentazione dei consumi senza danni per i paesi più sfavoriti per posizionamento geografico e interconnecting;
- garantire una equa ripartizione di oneri, rischi e costi ed approntare un sistema sanzionatorio per i paesi che dovessero discostarsi dagli obiettivi attesi;
- attuare la certificazione obbligatoria dei gestori dei sistemi di stoccaggio.
Tra le misure sostenute dal CESE le esenzioni dalle tariffe di trasporto ai punti di entrata o di uscita dello stoccaggio.
Il Ministero della Transizione Ecologica, in linea con le direttici UE, ha varato il 6 settembre 2022 il “Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale”, considerando la forte dipendenza dell’Italia dal gas russo attestatasi nel 2021 al 40% dei 76 miliardi di Smc consumati.
Il Piano contiene misure d’urgenza per garantire la continuità degli approvvigionamenti nazionali per l’inverno 2022-2023 attraverso interventi già programmati di riempimento degli stoccaggi con obiettivo mensile al 90% e interventi di diversificazione della provenienza delle forniture, promossi tramite iniziative quali un accordo per il graduale aumento delle forniture di gas dall'Algeria, il potenziamento delle importazioni tramite gasdotto TAP, approvvigionamenti diversificati di GNL da Egitto, Qatar, Congo, Angola, Nigeria, Mozambico, Indonesia e Libia.
Anche il Piano nazionale del MITE conferma, come già le raccomandazioni europee, l’esigenza di potenziamento delle infrastrutture del gas attraverso la realizzazione di nuovi terminali di rigassificazione, in particolare a bordo di strutture galleggianti (Floating Storage and Regasification Units), più flessibili e con previsione di minori tempi di realizzazione rispetto alle strutture fisse. Nel frattempo è stato chiesto ad ARERA di definire un quadro regolatorio per il funzionamento di tali infrastrutture, essenziali per la ricostituzione delle riserve per l’inverno 2023-2024.
Si stanno inoltre promuovendo tramite Decreto Legge 17/22 misure per incrementare la produzione di gas naturale nazionale, e si sta cercando di aumentare la produzione di energia elettrica rinnovabile e di gas rinnovabili (biometano e idrogeno) anche attraverso gli strumenti collegati al PNRR.
Con Regolamento (UE) 2022/1369 del 5 agosto 2022, approvato su proposta della Commissione europea, sono state approntate misure di immediata attuazione per garantire adeguati livelli di stoccaggio a fronte di paventate improvvise interruzioni di forniture e contestuali riduzioni di consumi volontarie da parte dei Paesi UE. Tali misure di riduzione potranno diventare obbligatorie a livello nazionale nel caso di dichiarazione di stato di “allerta UE”, attivabile dal Consiglio su iniziativa della Commissione o a seguito della richiesta di almeno 5 paesi.
Le misure volontarie di riduzione della domanda nel periodo 1 agosto 2022 – 31 marzo 2023 devono produrre una contrazione dei consumi di almeno il 15% rispetto allo stesso periodo di esercizio nei cinque anni precedenti.
Le misure obbligatorie di riduzione della domanda da porre in atto in caso di “allerta UE” dovranno attestarsi ad una percentuale inferiore del 15% rispetto ai consumi medi nella finestra agosto-marzo dei cinque anni precedenti e dovranno principalmente riguardare obblighi mirati di riduzione del riscaldamento e del raffrescamento. Saranno premiati con speciali bonus energetici (di fatto si tratta di deroghe alla riduzione di consumi) i paesi che saranno riusciti a conseguire i più alti livelli di riempimento rispetto alla soglia minima definita dalla Commissione UE del 58% al 1 agosto 2022. Attraverso le misure già intraprese l’Italia rientra nella possibilità di limitare la riduzione obbligatoria della domanda dell’8% rispetto al 15% previsto.
Le linee di azione contenute nel Piano nazionale ad oggi prevedono:
- massimizzazione della produzione di energia elettrica con combustibili diversi dal gas utilizzando impianti esistenti (tramite il ritorno a fonti convenzionali quali carbone, olio combustibile, bioliquidi);
- misure amministrative di contenimento relative al riscaldamento invernale (con particolare riguardo ai settori residenziale, uffici e commercio) da attuarsi mediante l’introduzione di limiti di temperatura negli ambienti, di ore giornaliere di accensione e di durata del periodo di riscaldamento, in funzione delle fasce climatiche in cui è suddiviso il territorio italiano; tali misure saranno attivate entro fine settembre attraverso Decreto MITE.
In relazione al secondo punto il Decreto DM disporrà modifiche alla previgente regolamentazione prevedendo che:
1) i valori indicati all’articolo 3, comma 1, del DPR n.74/2013 siano ridotti di 1°C:
- 17°C +/- 2°C di tolleranza per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili;
- 19°C +/- 2°C di tolleranza per tutti gli altri edifici;
2) I limiti di esercizio degli impianti termici, rispetto a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 4 del DPR n.74/2013, vengono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione:
- Zona A: ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo;
- Zona B: ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo;
- Zona C: ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo;
- Zona D: ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile;
- Zona E: ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile;
- Zona F: nessuna limitazione.
Potranno derogare a tali limiti le utenze sensibili (es. ospedali, case di ricovero ecc.) richiamate dal DPR n.74/2013.
Accanto a tali interventi verranno richieste ai privati cittadini e al settore industriale, tramite campagne di sensibilizzazione, misure comportamentali (anche con interventi agevolati di investimento iniziale) su riduzioni di consumo e sull’uso efficiente dell’energia che potranno incidere su bolletta energetica di cittadini e imprese.
Si stima che le misure concertate descritte se pienamente attuate possano produrre un risparmio di circa 5,3 miliardi di Smc di gas.
E’ stato aperto un confronto con Confindustria per definire contenuti e modalità di attuazione delle linee di intervento, mentre è in corso un rilevamento mediante questionari tra le imprese interessate coordinato da SNAM e Confindustria per la determinazione del potenziale di riduzione dei consumi su base volontaria/incentivata, prevedendo la salvaguardia delle imprese che hanno cicli produttivi non interrompibili senza preavviso.
Area Legale
Mite.Piano contenimento consumi gas_settembre 2022