Metalli pesanti e cosmetici: tolleranze ed utilizzi

27/03/2023

Il Regolamento che disciplina a livello europeo la produzione e la vendita dei cosmetici e ne garantisce la sicurezza per la salute umana è il Regolamento (CE) n. 1223/2009.

In particolare, nell’allegato II vengono elencati una serie di metalli ed i rispettivi composti che non possono essere utilizzati nella composizione di un prodotto cosmetico.
Tra questi ricordiamo: antimonio, arsenico, bario, berillio, cadmio, cromo, cobalto, mercurio, piombo, selenio, tallio e nichel.

Data la loro ubiquitarietà, è tollerata la presenza di una quantità ridotta se:
 
  1. è tecnicamente inevitabile;
  2. la presenza si verifica nonostante l’osservanza di buone pratiche di fabbricazione;
  3. il prodotto risulta sicuro nelle ragionevolmente prevedibili condizioni d’uso.

Alcuni metalli (art. 14) e i loro composti sono ammessi, seppur con specifiche restrizioni nei cosmetici come coloranti.

All’art. 15 della stessa normativa è vietato l’utilizzo, nei prodotti cosmetici, di sostanze classificate come Cancerogene, Mutagene e tossiche per la Riproduzione (CMR) di categorie 1A, 1B e 2 ai sensi dell’allegato VI (parte 3) del Regolamento (CE) 1272/2008 relativo alla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele.
Tra queste sostanze ad esempio troviamo ossidi, sulfuri e solfati di nichel, ossidi di cadmio e composti del cromo esavalente. Per la prima volta, tale Regolamento, rispetto alla Direttiva 76/768/CEE, inserisce anche la valutazione sulla sicurezza dei nanomateriali utilizzati in ambito cosmetico.
Ossidi di titanio e di zinco sono tra i più comuni nanomateriali a base di metallo presenti nei prodotti solari, nelle creme antirughe e antinvecchiamento. Nei dentrifici e prodotti per il make-up troviamo anche le nanoparticelle di biossido di silicio, ossidi di ferro e ossidi di alluminio.

Ad oggi non sono disponibili standard europei o internazionali che definiscono i livelli dei metalli pesanti identificabili come tracce inevitabili; in Italia l’Istituto Superiore di Sanità ha indicato dei valori massimi di concentrazione per i metalli ritenuti tossicologicamente accettabili in un cosmetico.

Specificatamente per Arsenico, Cromo esavalente e Mercurio la concentrazione massima è di 1 mg/kg; per Cadmio, Cobalto e Cromo trivalente la concentrazione massima è di 5 mg/kg; per Nichel e Antimonio è di 10 mg/kg e infine per Piombo è di 20 mg/kg. Per il cromo totale, in base al principio di precauzione c’è un limite massimo accettabile di 1 mg/kg.

In base all’art.3 del regolamento, i prodotti cosmetici venduti devono essere sicuri; tuttavia, la valutazione sulla sicurezza di un cosmetico dipende dal metallo presente, dalla sua concentrazione nel cosmetico, ma anche dal tipo di contatto, in termini di durata e quantità, oltre che della zona di applicazione dello stesso sulla zona trattata e dagli effetti sinergici tra le varie sostanze. Metalli come il cobalto, il cromo e il nichel sono noti per essere associati ad effetti sensibilizzanti e tra i maggiori responsabili di dermatite allergica da contatto.

Analiticamente parlando, il riferimento normativo è la UNI EN ISO 21392:2021, primo documento ufficiale in cui si descrivono in modo univoco, dettagliato e completo le condizioni per quantificare in tracce i più comuni metalli presenti nei cosmetici.
Questa norma integra e completa il rapporto tecnico ISO/TR 17276:2014.

Il metodo prevede una prima fase di mineralizzazione con acidi forti concentrati del cosmetico, con l’ausilio di forno a microonde. L’analisi dei metalli viene poi eseguita sulla soluzione mineralizzata tramite la tecnica di spettrometria di massa al plasma accoppiato induttivamente (ICP-MS);

I Laboratori MADE HSE sono attualmente in grado di eseguire tale analisi, avvalendosi di un ICP-MS di ultima generazione.
 
Laboratori di Analisi MADE HSE

 
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