Micotossine: una panoramica

25/11/2019

Nel 1962 a Londra, si verificò la morte per causa sconosciuta di oltre 100.000 tacchini. La morte venne collegata al pasto fornito agli animali, nel quale erano contenute arachidi contaminate da aflatossine prodotte da Aspergillus Flavus.
L’avvenimento portò gli scienziati a supporre che potessero esistere altre muffe in grado di dare origine a metaboliti mortali. Ecco che il termine “micotossine”, fu coniato per la prima volta. Le micotossine sono metaboliti secondari tossici, molecole a basso peso molecolare, prodotte in aree che presentano un ambiente caldo e umido che favorisce lo sviluppo delle muffe, in campo, durante la raccolta o durante lo stoccaggio. Anche le piante danneggiate da insetti, facilitano la crescita di muffe e la conseguente produzione di questi metaboliti. Un aspetto negativo riguarda il fatto che le micotossine non possono essere eliminate senza danneggiare il prodotto contaminato. Per questo motivo, è fondamentale tenere sotto controllo e limitare il più possibile la crescita delle muffe. A questo proposito è utile anticipare le semine, controllare la piralide, evitare stress idrici, controllare l’umidità, la temperatura e usare inibitori di muffe (es Sali organici o acidi organici).

Le micotossine note sono più di 400, quelle più conosciute e studiate risultano essere:
  • le Aflatossine (B1, B2, G1, G2) prodotte da Aspergillus Flavus presenti in numerosi substrati vegetali come cereali, semi oleaginosi (es. arachidi), spezie, granaglie, frutta secca ed essiccata. Particolare importanza riveste anche l’aflatossina M1, un metabolita idrossilato, che deriva dal metabolismo dell’aflatossina B1 da parte di animali alimentati con mangimi contaminati. L’aflatossina M1 si ritrova nel latte con una percentuale di trasferimento che oscilla tra l’1% ed il 3% a seconda delle specie animali. L’aflatossina B1 è quella che riveste il maggiore interesse dal punto di vista tossicologico dal momento che si tratta di una sostanza genotossica ed epatocancerogena.
  • le Fumonisine (FUMO) che pur contaminando prevalentemente il mais, sono state ritrovate anche nel sorgo e, a livelli modesti, nella birra e nel cacao. Si tratta di tossine prodotte da funghi del genere Fusarium e tra gli effetti dannosi più rilevanti troviamo quelli citotossico e neurotossico.
  • L'Ocratossina A (OTA) che è prodotta principalmente da funghi del genere Aspergillus e Penicillium. La contaminazione da OTA interessa principalmente i cereali ma anche altre matrici quali il vino (13%), il caffè (10%), le spezie (8%), la birra (5%), il cacao (4%), la frutta essiccata (3%), la carne (1%). Tra i maggiori effetti sulla salute ritroviamo quello nefrotossico, teratogeno e immunotossico.
  • Il Deossinivalenolo (DON) che è una micotossina appartenente alla famiglia dei tricoteceni e viene prodotta dai funghi del genere Fusarium (F. graminearum e F. culmorum). Si trova soprattutto nei cereali, quali mais, orzo e frumento. L’ingestione di mangimi o alimenti contenenti il DON provoca vomito e diarrea.
  • Lo Zearalenone (ZEA) è una tossina prodotta da funghi del genere Fusarium (F. graminearum, F. culmorum e F. equiseti). È principalmente presente nel mais, ma può trovarsi anche in cereali quali orzo, grano, sorgo, miglio e riso. Questa tossina possiede spiccati effetti estrogenici e diversi studi hanno ipotizzato la sua azione tossica nello sviluppo di patologie quali il telarca.
Ad oggi le tecniche di analisi delle micotossine sono molteplici:
  1. metodi di analisi di screening (strip test, ELISA) adatti per un risultato rapido, qualitativo e semiquantitativo;
  2. nuovi trends (biosensori e MIP);
  3. metodi di conferma, e più accurati che si basano sulla separazione cromatografica e che prevedono un trattamento di purificazione dell’estratto del campione, fornendo un risultato quantitativo (HPLC UV-FLD e HPLC-MS) preciso.
 
Area Laboratori di analisi
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