Dall’inizio degli anni 2000 il termine “nanomateriale” si è fatto sempre più strada nel nostro sentire comune.
Ma cosa sono i nanomateriali?
Sono particelle con una dimensione compresa all’incirca fra 1 e 100 nanometri (nm), quindi, per rendere l’idea, con una dimensione compresa fra una molecola e un virus.
I nanomateriali sono presenti già in natura come alcune sabbie o il polline, ma nell’ultimo periodo questa nuova tecnologia ha visto un incremento molto rapido e oggi praticamente attraversa tutti gli ambiti industriali fino a raggiungere il consumatore finale in prodotti come cosmetici, vernici o medicinali.
Le sostanze chimiche in nanoforma sono uguali alle stesse sostanze in uno stato diverso, fondamentalmente sono solo di dimensione più piccola. Tuttavia, essere piccoli a volte significa anche comportarsi in modo diverso rispetto alla stessa sostanza in dimensioni più grandi, il che può influenzare il rischio potenziale derivante dall’esposizione.
Proprio per questo motivo negli ultimi anni gli studi sulle nanoforme si sono intensificati, sono nati gruppi di lavoro specifici all’interno della Agenzia europea delle sostanze chimiche (ECHA) e sono richieste informazioni aggiuntive a chi registra sostanze in nanoforma in ambito REACH.
In ultimo, è importante conoscere la presenza di sostanze in nanoforma nei prodotti che vengono utilizzati, ad esempio dai lavoratori.
Proprio a questo scopo è stata recentemente modificata la normativa europea sulle schede di sicurezza che, con l’entrata in vigore del Reg. (EU) 2020/878, ha imposto la comunicazione della presenza di sostanze in nanoforma.
Un passo in avanti per una maggior consapevolezza di tutti gli utilizzatori.
Laboratori di Analisi MADE HSE