Nuova direttiva europea (2013/59/euratom) in materia di protezione dalle radiazioni ionizzanti

20/01/2014

Lo scorso 17 gennaio 2014, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'UE, la nuova direttiva europea in materia di radioprotezione, approvata dal Consiglio dell'Unione Europea il 5 dicembre 2013.
La direttiva in oggetto è la Direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio, del 5 dicembre 2013, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom.
L'elaborazione di questa nuova direttiva, iniziata già nel lontano 2008, ha visto protagonista anche l’Italia.
La grande novità contenuta nella direttiva è l’introduzione, per la prima volta, di obblighi per i Paesi Membri dell'Unione Europea per quanto riguarda la protezione dal radon nelle abitazioni civili, oltre all’inasprimento della normativa di protezione dal radon nei luoghi di lavoro.
Viene introdotto l’obbligo, per i Paesi Membri, di predisporre ed aggiornare periodicamente un PIANO NAZIONALE RADON, che dovrà essere inviato (con i vari aggiornamenti) alla Commissione Europea.


Perché nella nuova direttiva, viene esteso l’obbligo di monitorare il problema radon, anche alle civili abitazioni?


La presenza di radon in aria, rappresenta un serio problema per la tutela della salute poiché come sappiamo, esso è un elemento che si trova in natura in forma gassosa ed è radioattivo. Il radon e i suoi discendenti sono importanti dal punto di vista radioprotezionistico, in quanto decadendo emettono particelle alfa e beta, le quali, soprattutto le particelle alfa, essendo caratterizzate da elevata energia, possono produrre gravi danni alle strutture biologiche. Se inalati, il radon e soprattutto i suoi figli si depositano sul tessuto polmonare, causando l’irraggiamento dei tessuti, in particolare nella regione bronchiale e determinando in tal modo l’aumento del rischio di insorgenza del cancro polmonare. A causa delle sue caratteristiche di ubiquità, il radon rappresenta la fonte dominante dell'esposizione umana alle radiazioni ionizzanti. Chimicamente il radon è un gas nobile, incolore, inodore, insapore e quasi inerte, solo moderatamente solubile nell’acqua. Il radon (Rn-222) è presente in tracce nel sottosuolo quasi ovunque e la sua concentrazione può variare anche di molti ordini di grandezza. Le rocce che possono emanare maggiori quantità di radon, sono quelle a maggiore contenuto d’uranio/radio (tufi, granito e porfido). Più le rocce sono permeabili o fratturate, più è favorita l’emissione del radon, mentre in una roccia compatta, il radon rimane imprigionato. Se il sottosuolo è permeabile (detriti) e in terreni con rocce molto fratturate, con molti spazi vuoti, è più facile che il radon riesca ad arrivare fino in superficie, per effetto di correnti d’aria o di acqua sorgiva o piovana infiltrata. Negli ambienti chiusi (edifici), specialmente se scarsamente aerati, il radon può concentrarsi raggiungendo anche concentrazioni molto elevate. Nelle case, il radon può giungere attraverso crepe, fessure o punti aperti delle fondamenta, con particolare interessamento dei locali seminterrati o al pianterreno. Anche i materiali da costruzione, possono determinare un problema di inquinamento da radon, se vengono utilizzati i tipi di rocce sopra citati.
Per quanto riguarda l'esposizione al Radon in ambienti chiusi, la direttiva richiede agli Stati membri di stabilire livelli di riferimento nazionali per le concentrazioni in ambienti chiusi.
I livelli di riferimento per la media annua della concentrazione di attività in aria, non devono essere superiori a 300 Bq/m3. Gli stati dovranno anche individuare le abitazioni che presentano concentrazioni di radon superiori al livello di riferimento (come media annua) e, se del caso, provvedere affinché vengano adottate in tali abitazioni, misure di riduzione della concentrazione di radon.

Si riportano di seguito gli articoli della direttiva riferiti al radon.

Articolo 54


Radon nei luoghi di lavoro
1. Gli Stati membri stabiliscono livelli di riferimento nazionali per le concentrazioni di radon nei luoghi di lavoro. Il livello di riferimento per la media annua della concentrazione di attività aerea non deve essere superiore a 300 Bq/m3, a meno che un livello superiore non sia giustificato dalle circostanze esistenti a livello nazionale.
2. Gli Stati membri dispongono che le misurazioni del radon siano effettuate:
a) in luoghi di lavoro all'interno delle zone individuate conformemente all'articolo 103, paragrafo 3, situati al pianterreno o a livello interrato, tenendo conto dei parametri contenuti nel piano d'azione nazionale di cui al punto 2 dell'allegato XVIII, nonché
b) in specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificate nel piano d'azione nazionale tenendo conto del punto 3 dell'allegato XVIII.
3. Nelle zone all'interno dei luoghi di lavoro in cui la concentrazione di radon (come media annua) continua a superare il livello di riferimento nazionale nonostante le azioni intraprese conformemente al principio di ottimizzazione di cui al capo III, gli Stati membri dispongono che tale situazione sia notificata conformemente all'articolo 25, paragrafo 2, e si applica l'articolo 35, paragrafo 2.

Articolo 74


Esposizione al radon in ambienti chiusi
1. Gli Stati membri stabiliscono livelli di riferimento nazionali per le concentrazioni di radon in ambienti chiusi. I livelli di riferimento per la media annua della concentrazione di attività in aria non devono essere superiori a 300 Bq/m3.
2. Nell'ambito del piano d'azione nazionale di cui all'articolo 103, gli Stati membri promuovono interventi volti a individuare le abitazioni che presentano concentrazioni di radon (come media annua) superiori al livello di riferimento e, se del caso, incoraggiano, con strumenti tecnici o di altro tipo, misure di riduzione della concentrazione di radon in tali abitazioni.
3. Gli Stati membri provvedono affinché siano rese disponibili informazioni locali e nazionali sull'esposizione al radon in ambienti chiusi e sui rischi per la salute che ne derivano, sull'importanza di effettuare misurazioni della concentrazione di radon e sui mezzi tecnici disponibili per ridurre le concentrazioni di radon esistenti.

Articolo 75


Radiazioni gamma emesse da materiali da costruzione
1. Il livello di riferimento applicabile all'esposizione esterna in ambienti chiusi alle radiazioni gamma emesse da materiali da costruzione, in aggiunta all'esposizione esterna all'aperto, è fissato a 1 mSv all’anno.
2. Per i materiali da costruzione che sono stati individuati dagli Stati membri come oggetto di attenzione dal punto di vista della radioprotezione, tenendo conto dell'elenco indicativo di materiali di cui all'allegato XIII in riferimento alle radiazioni gamma emesse da tali materiali, gli Stati membri garantiscono che, prima dell'immissione sul mercato di tali materiali:
a) siano determinate le concentrazioni di attività dei radionuclidi specificati nell'allegato VIII e che
b) siano fornite su richiesta alle autorità competenti informazioni sui risultati delle misurazioni e il corrispondente indice di concentrazione di attività, nonché altri fattori pertinenti come definito nell'allegato VIII.
3. Per i tipi di materiali da costruzione determinati in base al paragrafo 2 che possono comportare dosi superiori al livello di riferimento, gli Stati membri decidono in merito alle misure appropriate da adottare, che possono comprendere obblighi specifici nell'ambito di norme edilizie pertinenti o restrizioni specifiche sull'uso previsto di tali materiali.

La direttiva dovrà essere obbligatoriamente recepita nell’ordinamento nazionale, entro il 6 febbraio 2018, ma indipendentemente da tale termine e dagli obblighi che saranno introdotti dalla legislazione di recepimento nazionale, è già ora assolutamente consigliabile procedere ad un monitoraggio di tutti gli ambienti seminterrati o al piano terra, lavorativi o civili che siano, soprattutto in quelle zone geografiche del nostro territorio, nelle quali il sottosuolo è caratterizzato dalla diffusa presenza di rocce ad elevato contenuto di radio, quali tufi, graniti e porfidi.

 

Area Sicurezza impianti e processi produttivi

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