PFAS

Il significato dell’acronimo

L'acronimo PFAS indica "sostanze per- e polifluoroalchiliche" (in inglese Per- and Polyfluoroalkyl Substances). Si tratta di una vasta classe di composti chimici sintetici che contengono legami carbonio-fluoro.
Questi composti sono noti per la loro resistenza all'acqua, al calore e ai grassi, motivo per cui sono utilizzati in una vasta gamma di prodotti industriali e di consumo, tra cui:
 
  • Rivestimenti antiaderenti per pentole e padelle (es. Teflon)
  • Imballaggi per alimenti
  • Abbigliamento resistente all'acqua
  • Schiume antincendio
  • Vernici e sigillanti 
I PFAS sono spesso definiti "prodotti chimici eterni" perché non si degradano facilmente nell'ambiente e possono accumularsi nel corpo umano e nella fauna selvatica.
La loro persistenza e il potenziale per effetti negativi sulla salute umana (come problemi di fertilità, colesterolo alto, e rischio aumentato di alcuni tipi di cancro) e sull'ambiente hanno sollevato preoccupazioni significative a livello globale.
 
A livello europeo, la regolamentazione dei PFAS è disciplinata principalmente dal regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals), che gestisce la produzione e l'uso di sostanze chimiche nell'Unione Europea. Alcuni PFAS specifici, come l'acido perfluoroottanoico (PFOA) e l'acido perfluorooctano sulfonato (PFOS), sono già soggetti a restrizioni severe.

Regolamentazione Europea

REACH:
 
  • Restrizioni su PFOA, PFOS e altri PFAS: Questi composti sono stati inclusi nell'Allegato XVII del regolamento REACH, che limita o vieta l'uso di determinate sostanze pericolose. Le restrizioni coprono sia la produzione che l'importazione di prodotti contenenti questi composti.
  • Candidate List: Alcuni PFAS sono inclusi nella Candidate List delle sostanze estremamente preoccupanti (SVHC) per un eventuale inserimento nell'Allegato XIV (sostanze soggette ad autorizzazione).
Direttiva sulle Acque:
 
  • La Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE) include i PFAS tra le sostanze prioritarie da monitorare nelle acque superficiali.
  • Direttiva (UE) 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano (PFAS e sommatoria con un limite di 0,1 µg/l)
Strategia Chimica per la Sostenibilità:
 
  • Nel contesto del Green Deal europeo, la Commissione Europea sta sviluppando una strategia chimica per la sostenibilità, che include misure per ridurre l'uso dei PFAS e promuovere alternative più sicure.

Regolamentazione in Italia

In Italia, la regolamentazione dei PFAS segue principalmente le direttive e i regolamenti europei, ma ci sono anche iniziative nazionali specifiche:

Piano Nazionale PFAS:
 
  • Il Ministero della Salute ha istituito nel 2019 un piano nazionale per il monitoraggio dei PFAS nelle acque potabili, nelle acque superficiali e sotterranee, con l'obiettivo di valutare e ridurre l'esposizione della popolazione a questi composti.
Limiti di concentrazione:
 
  • Le autorità italiane hanno stabilito limiti di concentrazione per i PFAS nelle acque potabili. Questi limiti sono stati definiti in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità e le agenzie regionali per la protezione ambientale (ARPA).
  • A livello nazionale, l'Italia ha recepito diverse direttive europee che stabiliscono limiti di concentrazione per i PFAS nelle acque potabili e in altre matrici ambientali. I limiti principali sono riferiti ad
 
Acque ad uso umano:
Il decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, è stato abrogato dal DECRETO LEGISLATIVO 23 febbraio 2023, n. 18. Tale Decreto ha recepito la direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano;
Prevede limiti specifici per alcune sostanze chimiche, inclusi i PFAS. Per «PFAS — totale» si intende la totalità delle sostanze per- e polifluoroalchiliche e per il quale è previsto un limite di 0,50 µg/l.
Per «somma di PFAS» si intende la somma di tutte le sostanze per- e polifluoroalchiliche ritenute preoccupanti per quanto riguarda le acque destinate al consumo umano di cui all’allegato III, Parte B, punto 3. Si tratta di un sottoinsieme di sostanze «PFAS — totale» con un limite di 0,10 µg/l.
 
Acque superficiali e sotterranee:
I limiti per i PFAS nelle acque superficiali e sotterranee sono stabiliti dalle normative ambientali, tra cui il Decreto Legislativo 152/2006 (Testo Unico Ambientale). Le concentrazioni soglia per la qualità delle acque sono state aggiornate con il Decreto Legislativo 172/2015, che integra la Direttiva 2013/39/UE.
 
Rifiuti:
I PFAS che rientrano nel Regolamento POPs, recentemente integrato dal Regolamento UE 2022/2400, nel quale sono stati modificati gli allegati IV e V del Regolamento 2019/1021 relativo agli inquinanti organici persistenti (POPs) e sono stati introdotti dei limiti più stringenti sui rifiuti, sono ad oggi:
 
  • PFOS (acido perfluoroottano sulfonato): limite di 50 mg/Kg;
  • PFOA (acido perfluoroottanoico): limite di 1 mg/Kg per PFOA e relativi sali e di 40 mg/Kg per i composti ad esso correlati;
  • PFHxS (acido perfluoroesano sulfonico): limite di 1 mg/Kg per PFHxS e relativi Sali e di 40 mg/Kg per la somma dei composti ad esso correlati.

Iniziative nazionali e regionali

  • Il D.lgs. 18/2023 di "Attuazione della direttiva (UE) 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano" prevede che il controllo delle sostanze perfluoroalchiliche (di seguito PFAS) nelle acque potabili assuma carattere di obbligo a partire dal 12 gennaio 2026. Entro tale data le autorità sanitarie e i gestori idro-potabili sono tenuti ad adottare con tempestività le misure necessarie a garantire che le acque destinate al consumo umano soddisfino i valori di parametro di cui all'allegato I, parte B, per tali sostanze.
  • Alcune regioni italiane, come il Veneto e il Piemonte, hanno adottato misure più rigorose di sorveglianza a causa dell'elevata contaminazione riscontrata in alcune aree. Queste misure includono monitoraggi più frequenti, piani di bonifica e iniziative per ridurre l'esposizione della popolazione.
Un esempio significativo è dato dalla la Regione Veneto, dove si è verificata una delle maggiori contaminazioni da PFAS in Europa. Le misure specifiche includono:
 
  • Limiti di concentrazione nelle acque potabili: La Regione Veneto ha stabilito controlli più stringenti rispetto a quelli nazionali per diverse sostanze della famiglia dei PFAS ma i limiti di concentrazione adottati sono temporaneamente più alti in attesa di implementare soluzioni più efficaci di bonifica e approvvigionamento idrico alternativo.
Per esempio:
 
  • PFOA: 40 ng/L
  • PFOS: 30 ng/L
  • PFBA (Acido Perfluorobutanoico): 500 ng/L
  • PFBS (Perfluorobutano Sulfonato): 1000 ng/L
  • PFHxA (Acido Perfluoroesanoico): 200 ng/L
Per il 2024, la Regione Veneto ha stabilito i seguenti valori di parametro per i PFAS nelle acque destinate al consumo umano:
 
  • Somma di PFOA e PFOS: ≤ 90 ng/l (di cui PFOS ≤ 30 ng/l)
  • Altri PFAS: ≤ 300 ng/l 
Questi limiti sono stati fissati per tutti i comuni del territorio regionale. Inoltre, per i 21 comuni rientranti nell'Area di Massima Esposizione Sanitaria, è stato stabilito che la somma di PFOA e PFOS deve essere inferiore o uguale a 40 ng/l.
 
  • Monitoraggio estensivo: La Regione ha implementato un monitoraggio estensivo delle acque, coinvolgendo vari comuni e zone industriali, con frequenti campionamenti e analisi.
  • Interventi di bonifica e prevenzione: La Regione Veneto ha avviato piani di bonifica delle aree contaminate, programmi di sostituzione delle fonti idriche contaminate con fonti pulite e misure preventive per limitare ulteriori contaminazioni.
In Piemonte, tenuto conto che sul territorio è presente l'unico stabilimento nazionale di produzione di alcune di queste sostanze sito in (…) di avviare sul territorio regionale, nelle more delle Linee guida di cui all'art. 12, comma 9 del D.Lgs. 18/2023, in attuazione dell'art. 24, comma 2 del D.Lgs 18/2023 e secondo le indicazioni di cui al medesimo Decreto, un monitoraggio preliminare delle sostanze comprese nei parametri di cui all'allegato I B della Direttiva (UE) 2020/2184 per quanto riguarda "PFAS-totale" e "somma di PFAS" per il 2024-2025 nelle acque destinate al consumo umano (su rete idropotabile).
 
I valori di parametro previsti dall'allegato I, parte B del D.lgs. 18/2023 per i PFAS sono:
 
  • PFAS - totale: 0.1 µg/l
  • Somma di PFAS: 0.5 µg/l

Confronto tra gli attuali Limiti di Concentrazione

PFAS Limiti Nazionali (ng/L) Limiti Regione Veneto (ng/L)
PFOA 0.5 40
PFOS 0.5 30
PFBA Non specificato 500
PFBS Non specificato 1000
PFHxA Non specificato 200
 

Apertura di vicende giudiziarie in Italia

Negli ultimi tempi, in Italia si sono aperte diverse vicende giudiziarie riguardanti la contaminazione da PFAS.
 
Processo Miteni
Uno dei casi più rilevanti riguarda l'azienda Miteni di Trissino, in Veneto, ritenuta una delle principali responsabili della contaminazione da PFAS nella regione. Nel processo, iniziato nel 2021, diversi ex dirigenti e manager sono stati accusati di disastro innominato e avvelenamento delle acque. Le accuse si basano sul fatto che l'azienda avrebbe consapevolmente scaricato PFAS nelle acque, contaminando le risorse idriche locali e mettendo a rischio la salute pubblica.
 
Situazione in Piemonte
Nell'area di Spinetta Marengo, frazione del Comune di Alessandria, è localizzato un importante polo chimico comprendente industrie leader nella produzione dei composti del fluoro. L’area è oggetto da tempo di campagne di monitoraggio.
 
Vicende Giudiziarie in Puglia
In Puglia, vicende giudiziarie legate ai PFAS hanno coinvolto esponenti politici e industriali in un contesto in cui diverse figure politiche sono state accusate di coinvolgimento in attività illecite legate alla gestione e alla bonifica della contaminazione da PFAS.
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