Proprietà e utilizzi dei tensioattivi
24/03/2020
In un momento come questo, dove lavarsi spesso le mani è di fondamentale importanza, quali sono i migliori alleati se non i detergenti e i tensioattivi in essi contenuti?
I tensioattivi sono una classe di sostanze in grado di variare la tensione superficiale di un liquido. Questa loro capacità è dovuta alla loro particolare struttura chimica; infatti la molecola è composta da una parte affine all’acqua e da un’altra affine alle sostanze grasse/organiche. Queste due sezioni vengono definite rispettivamente idrofila e lipofila.
Questa struttura consente così di intrappolare grazie alla parte lipofila le particelle di grasso/impurità e di portarle in soluzione acquosa grazie alla parte idrofila. Il tensioattivo conferisce così proprietà aggiuntive all’acqua che di per sé ha già un suo potere solvente verso le sostanze ad essa affine, ma grazie ad essi si estende anche alle sostanze non normalmente affini.
Quello sopra descritto è il meccanismo di base di saponi e detergenti, ma grazie alle loro peculiari proprietà le loro applicazioni sono tra le più svariate. Tra le altre principali applicazioni dei tensioattivi troviamo quelle di:
- Emulsionanti: che stabilizzano e consentono una miscela tra due liquidi immiscibili;
- Sospensivanti: che permettono la dispersione di materiale particellare in un liquido;
- Bagnanti: che favoriscono una migliore distribuzione di un liquido su una superficie.
Tutto questo in ambito industriale, tecnico o nei prodotti di consumo.
In virtù del loro ampio e svariato utilizzo, è importante monitorare la diffusione di tali composti nell’ambiente, in particolare nei fluidi di processo e di scarico. Questo perché alcuni particolari tensioattivi o elevate concentrazioni di essi possono risultare inquinanti per l’ambiente e nocivi per la salute umana e di flora e fauna.
Uno dei più importanti casi di inquinamento ambientale da tensioattivi è quello relativo allo sversamento e di diffusione di PFOA utilizzato nei processi industriali per la produzione del Teflon.
A livello italiano i limiti dei tensioattivi nelle acque sono definiti dal decreto legislativo n°152 del 3 aprile 2006.
In base alla sensibilità richiesta e alla tipologia della matrice, si possono sfruttare diverse tecniche analitiche, dalla spettrofotometria ai metodi cromatografici.
Area Laboratori di Analisi