Anche l'Italia ha recepito le norme europee sulla tutela penale dell'ambiente, introducendo nel codice penale nuove fattispecie di reato ed estendendo la responsabilità amministrativa delle società.
Sono stati introdotti nel nostro Codice penale due nuovi reati di “Uccisione, distruzione, cattura, prelievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette” e di “Distruzione o deterioramento di habitat all'interno di un sito protetto”, puniti entrambi con le pene cumulative dell'arresto e dell'ammenda.
Si ricorda che, secondo il D.Lgs. n. 231/2001, la società è gravata da responsabilità amministrativa nel caso in cui propri amministratori, dirigenti o anche dipendenti, commettano uno dei reati specificati dal decreto stesso e da tali reati la società medesima tragga sostanziali vantaggi. In questi casi, oltre alla responsabilità personale di chi commette il reato, sorgerà anche la responsabilità amministrativa della società che sarà soggetta a pesantissime sanzioni pecuniarie (calcolate secondo il criterio delle “quote”; l'importo di ciascuna quota può oscillare da un minimo di euro 258 fino ad un massimo di euro 1.549) ed interdittive (quali l'interdizione dall'esercizio dell'attività, la sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell'illecito; il divieto di contrattare con la PA; l'esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi e revoca di quelli già concessi; il divieto di pubblicizzare beni o servizi). La società può ottenere tuttavia l'esonero dalla responsabilità, predisponendo ed attuando correttamente e completamente, allo scopo di prevenire i reati in questione, un modello di organizzazione e gestione.