Seconda ricerca europea Eurobarometro sull’esposizione ai campi elettromagnetici

La seconda ricerca europea Eurobarometro sull’esposizione ai campi elettromagnetici, condotta tra il 12 marzo e il 1° aprile nei 27 paesi dell'UE, ha coinvolto 26.602 cittadini dell’Unione per valutare la percezione pubblica dei potenziali effetti per la salute dei campi elettromagnetici (CEM).

Il sondaggio ha individuato i fattori ambientali (15) presentati come potenziali minacce: le fonti di campi elettromagnetici appaiono nelle ultime cinque posizioni, con le linee ad alta tensione (elettrodotti) ed i ripetitori per telefoni cellulari (stazioni radio base) riconosciute dal 35% e 33% degli intervistati come pericolose. La percezione della pericolosità delle onde elettromagnetiche dei cellulari è scesa di due punti negli ultimi quattro anni: i paesi che sottostimano la pericolosità di questi apparecchi sono la Danimarca, i Paesi Bassi e la Finlandia, mentre in Italia larga parte degli intervistati risulta preoccupata degli effetti nocivi legati all’esposizione alle onde elettromagnetiche dei dispositivi.

L’indagine ha inoltre rilevato che il 58% delle persone non si sente protetto dalle autorità pubbliche rispetto ai potenziali rischi sanitari legati ai campi elettromagnetici. Ciò risulta particolarmente evidente in Grecia (75%), Lettonia (72%), Lituania (71%) e Slovenia (70%). La metà degli intervistati (48%) concorda quindi sulla necessità che sia l’Unione europea a dover informare il pubblico in merito ai potenziali rischi sanitari, nonché a stabilire le norme di sicurezza dei prodotti.

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