Sostenibilità e dovere di diligenza: Il CESE si pronuncia sulla proposta di direttiva UE

27/10/2025

Parere del CESE del 20 agosto 2025 in materia di rendicontazione di sostenibilità e dovere di diligenza delle imprese

1. Introduzione

Nel nostro approfondimento analizziamo in dettaglio il Parere n. 4212 adottato dal Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) il 20 agosto 2025, relativo alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica le direttive 2006/43/CE, 2013/34/UE, (UE) 2022/2464 e (UE) 2024/1760 e i suoi effetti operativi.
La proposta incide su due assi fondamentali della regolazione europea in tema di sostenibilità aziendale: la rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD) e il dovere di diligenza delle imprese (CS3D).
Il parere si inserisce nel contesto di una proposta "omnibus" della Commissione Europea, finalizzata a semplificare e razionalizzare il quadro normativo in materia di sostenibilità, senza indebolire gli standard europei.

2. Il ruolo del CESE nella governance normativa europea

Il CESE è l’organo consultivo dell'Unione, rappresenta la società civile organizzata (imprese, lavoratori e altri stakeholder) ed esercita una funzione di equilibrio tecnico-politico nel processo decisionale dell'UE. Rispetto alla proposta in esame, il CESE interviene in modo critico ma costruttivo, esprimendo raccomandazioni specifiche per garantire:
 
  • una regolazione efficace ma proporzionata;
  • il rispetto degli standard europei su ambiente, diritti umani e sociali;
  • una reale partecipazione degli stakeholder nei processi di attuazione.

3. Motivazioni alla base del parere

Tra le motivazioni centrali del parere si evidenziano:
 
  • la necessità di ridurre gli oneri burocratici, in particolare per le PMI, senza compromettere l'efficacia degli obblighi;
  • il timore di incertezza giuridica, dovuta a formulazioni normative imprecise (es. "informazioni plausibili");
  • l'importanza di consultazioni inclusive e tempestive delle parti interessate;
  • la richiesta di maggiore coerenza tra strumenti (ESRS, CSRD, CS3D, CBAM);
  • l'urgenza di garantire condizioni eque di concorrenza tra imprese europee e operatori di Paesi terzi.

4. Analisi dei principali punti del parere e impatti sul settore industriale

4.1 Rendicontazione societaria di sostenibilità (CSRD)

Il CESE sottolinea che:
 
  • gli obblighi di rendicontazione introdotti dalla CSRD sono particolarmente gravosi per le PMI industriali, che necessitano di supporto tecnico e normativo;
  • la qualità dell'attestazione ("limited assurance") deve tener conto delle specificità settoriali e dei rischi concreti.
Il Comitato propone che la Commissione pubblichi orientamenti operativi entro il 2026, prima dell'adozione formale dei principi ESRS tramite atti delegati.

4.2 Dovere di diligenza delle imprese (CS3D)

Il CESE chiede di:
​​​​​
  • sostituire la locuzione "informazioni plausibili" con un'espressione più chiara e giuridicamente certa ("informazioni oggettive, fattuali e verificabili");
  • limitare, in via ordinaria, il dovere di diligenza alle attività proprie e dei partner diretti (livello 1), lasciando agli Stati membri margini di deroga mirati (es. settori ad alto rischio);
  • evitare oneri sproporzionati per le PMI manifatturiere, che rischiano di dover applicare meccanismi di controllo e verifica lungo catene di fornitura molto complesse;
  • ripristinare la possibilità per ONG e sindacati di rappresentare le vittime in sede giudiziaria, rafforzando l'accesso alla giustizia.
Queste proposte mirano a mantenere l'efficacia del dovere di diligenza senza ostacolare la competitività industriale.

4.3 Meccanismo CBAM e sistema ETS

Riguardo alla proposta di esenzione CBAM per importazioni inferiori a 50 tonnellate:
 
  • il CESE propone meccanismi compensativi per le industrie UE soggette a ETS, evitando distorsioni concorrenziali;
  • chiede una revisione annuale dei prezzi del carbonio utilizzati ai fini CBAM, in base ai dati aggiornati dei Paesi terzi.
Queste misure hanno impatti diretti sull'industria pesante e manifatturiera, che subisce i maggiori costi da ETS e CBAM.

5. Tempistiche previste

  • Il parere è collegato alla proposta COM(2025) 81 final, registrata nel marzo 2025.
  • Entro il 1° ottobre 2026, la Commissione adotterà atti delegati per definire i principi relativi all’attestazione (limited assurance) della conformità della rendicontazione di sostenibilità.
  • La proposta prevede l'applicazione progressiva degli obblighi di diligenza e rendicontazione tra il 2026 e il 2028, secondo parametri dimensionali e settoriali.
Il CESE invita ad assicurare che i tempi siano realistici e accompagnati da misure di sostegno, soprattutto per le PMI industriali.
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