Tassonomia della Sostenibilità

La Tassonomia della Sostenibilità, nell'ambito europeo e italiano, è un sistema di classificazione volto a definire quali attività economiche possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale, con l'obiettivo di indirizzare gli investimenti verso progetti che contribuiscono a un'economia a basse emissioni di carbonio e a una transizione ecologica. Questo sistema è parte integrante delle politiche europee per la sostenibilità, in particolare del Green Deal europeo e della strategia per la finanza sostenibile.

Normativa di riferimento

La base normativa principale per la Tassonomia della Sostenibilità è rappresentata dal Regolamento (UE) 2020/852, noto come Regolamento sulla Tassonomia, adottato nel giugno 2020.
Questo regolamento definisce un quadro comune che aiuta a identificare le attività economiche che possono essere considerate sostenibili in base a criteri precisi.

Criteri di Sostenibilità

Il Regolamento UE sulla Tassonomia si basa su sei obiettivi ambientali principali:
 
  • Mitigazione dei cambiamenti climatici: attività che riducono o evitano le emissioni di gas serra.
  • Adattamento ai cambiamenti climatici: attività che contribuiscono a ridurre la vulnerabilità agli impatti climatici.
  • Uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine.
  • Transizione verso un’economia circolare: attività che promuovono il riciclo e l'efficienza delle risorse.
  • Prevenzione e controllo dell'inquinamento.
  • Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi
Per essere considerata sostenibile, un'attività economica deve contribuire in modo sostanziale a uno o più di questi obiettivi senza causare danni significativi agli altri (principio di "do no significant harm").
Inoltre, l'attività deve rispettare specifici criteri tecnici definiti dalla Commissione Europea e conformarsi alle normative sociali e ambientali minime, come le linee guida dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL).

Contesto in Italia

In Italia, il Decreto Legislativo 254/2016, che ha recepito la Direttiva 2014/95/UE, impone alle grandi imprese di fornire informazioni non finanziarie, inclusi i temi ambientali. La Tassonomia europea ha rafforzato l’obbligo di trasparenza sulle informazioni ambientali per le imprese che devono conformarsi ai criteri di sostenibilità della tassonomia nelle loro relazioni annuali.

Norme Tecniche e Attuazione

La Commissione Europea ha pubblicato criteri tecnici specifici per ogni settore economico, sotto forma di atti delegati, che precisano quali attività possono essere considerate sostenibili rispetto agli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
Gli atti delegati sono periodicamente aggiornati per includere nuovi settori e per allinearsi agli sviluppi scientifici e normativi.

Per trovare gli atti delegati e gli aggiornamenti:
 
  • Sito web della Commissione Europea: E’ possibile accedere direttamente agli atti delegati dal sito della Commissione Europea, nella sezione dedicata alla tassonomia e alla finanza sostenibile. Il link diretto.
Questa sezione include i documenti ufficiali e gli atti delegati pertinenti.
 
  • EUR-Lex: Un'altra fonte chiave per trovare gli atti delegati è la piattaforma EUR-Lex, il portale che offre accesso gratuito al diritto dell'Unione Europea. E’ possibile cercare gli atti delegati relativi al Regolamento 2020/852 utilizzando questo link.
Nella barra di ricerca, inserisci "2020/852" per accedere al regolamento e agli atti delegati collegati.
 
  • Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea (GUUE): Gli atti delegati vengono pubblicati anche nella Gazzetta Ufficiale dell'UE. Puoi cercare aggiornamenti periodici direttamente nella GUUE, sempre tramite il portale EUR-Lex, sotto la sezione dedicata alle pubblicazioni.
 
La tassonomia serve quindi come uno strumento fondamentale per armonizzare le definizioni di sostenibilità e favorire investimenti che siano conformi agli obiettivi climatici e ambientali a lungo termine dell'Unione Europea.
L'attuazione del Regolamento (UE) 2020/852 sulla tassonomia della sostenibilità richiede alle imprese, comprese le PMI (piccole e medie imprese), sia quotate che non quotate, di adeguarsi a specifici obblighi di trasparenza e classificazione delle loro attività economiche. Di seguito, vengono elencati gli strumenti previsti e le scadenze rilevanti per il corretto allineamento al Regolamento.

Strumenti previsti per l'attuazione della Tassonomia

  1. Criteri tecnici di selezione: Gli atti delegati della Commissione Europea, collegati al Regolamento, forniscono i criteri tecnici per la classificazione delle attività economiche in base alla loro sostenibilità ambientale. Le imprese devono identificare se e come le loro attività rispettano questi criteri. Gli atti sono stati sviluppati per garantire una valutazione dettagliata delle attività in termini di contributo agli obiettivi ambientali della tassonomia.
  2. Standard di rendicontazione ESG (Environmental, Social, and Governance): Le PMI possono utilizzare standard di rendicontazione non finanziaria, come il Global Reporting Initiative (GRI) o il Sustainability Accounting Standards Board (SASB), per dimostrare la conformità agli obblighi di divulgazione ambientale e sociale previsti dalla tassonomia. Gli standard permettono di mappare le attività economiche rispetto agli obiettivi ambientali definiti nel Regolamento (UE) 2020/852.
  3. European Single Electronic Format (ESEF): Le imprese quotate sono tenute a presentare i bilanci in formato elettronico strutturato ESEF, che facilita la verifica e il confronto delle informazioni divulgate, comprese quelle relative alla tassonomia. Questo strumento è utile per garantire la coerenza e la trasparenza dei dati sulla sostenibilità.
  4. Piattaforme e strumenti digitali: La Commissione Europea ha previsto la creazione di piattaforme digitali e banche dati che supportano le imprese nell'implementazione della tassonomia. Ad esempio, il Sustainable Finance Platform fornisce consulenza e raccomandazioni sugli sviluppi tecnici e pratici dell'applicazione della tassonomia.

Obblighi delle PMI per allinearsi al Regolamento

Le PMI, sebbene non siano direttamente soggette alle stesse rigorose normative delle grandi imprese in termini di rendicontazione non finanziaria, possono trovarsi nella necessità di adattarsi alla tassonomia per garantire l'accesso a capitali e finanziamenti che sempre più dipendono dal rispetto dei criteri di sostenibilità. Ecco cosa devono fare:
 
  • Analisi delle attività: Le PMI devono analizzare le loro attività economiche per valutare se e in che misura contribuiscono a uno o più degli obiettivi ambientali della tassonomia (mitigazione dei cambiamenti climatici, economia circolare, ecc.). Devono inoltre assicurarsi che le attività non causino danni significativi agli altri obiettivi, in linea con il principio del "Do No Significant Harm" (DNSH).
  • Adottare misure di trasparenza: Le PMI devono iniziare a prepararsi per eventuali richieste di rendicontazione sulla sostenibilità, soprattutto se fanno parte di filiere produttive che lavorano con grandi imprese o investitori che richiedono conformità ai criteri della tassonomia.
  • Adozione di pratiche ESG: Le PMI devono integrare pratiche di governance, gestione dei rischi e processi produttivi che supportano gli obiettivi ambientali definiti dalla tassonomia. Ciò può includere miglioramenti nell'efficienza energetica, utilizzo di energie rinnovabili, gestione sostenibile delle risorse idriche, e altre misure che aiutino a ridurre l'impatto ambientale.
  • Collaborazione con esperti: Le PMI possono considerare il supporto di consulenti specializzati in sostenibilità o enti certificatori per ottenere linee guida precise su come adattarsi al Regolamento.

Scadenze rilevanti

Il Regolamento sulla Tassonomia prevede una implementazione graduale:


Dal 1° gennaio 2022, le imprese sono state tenute a riferire sui due principali obiettivi della tassonomia legati al cambiamento climatico:
 
  • Mitigazione dei cambiamenti climatici.
  • Adattamento ai cambiamenti climatici.
Dal 1° gennaio 2024, le imprese devono ampliare le rendicontazioni includendo anche le informazioni relative ai quattro restanti obiettivi ambientali:
 
  • Uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine.
  • Transizione verso un'economia circolare.
  • Prevenzione e controllo dell'inquinamento.
  • Protezione della biodiversità e degli ecosistemi.

Considerazioni per le PMI Quotate e Non Quotate

  • PMI quotate: Le PMI quotate hanno un obbligo maggiore di trasparenza rispetto a quelle non quotate. Sono soggette alla rendicontazione di conformità alla tassonomia secondo le scadenze previste e devono integrare queste informazioni nei loro report finanziari. Devono anche assicurarsi che le loro attività siano compatibili con gli obiettivi della tassonomia per attrarre investitori interessati a progetti sostenibili.
  • PMI non quotate: Anche se non c’è un obbligo diretto di rendicontazione per le PMI non quotate, è altamente consigliato che queste si preparino all'adozione dei criteri di tassonomia, soprattutto se mirano a ottenere finanziamenti verdi o a posizionarsi come attori competitivi nel mercato sostenibile.

Tabella: Obblighi di rendicontazione di sostenibilità

Esercizio di riferimento Anno di pubblicazione della rendicontazione Imprese soggette Adempimenti richiesti ESRS di riferimento
2024 2025 Enti di Interesse Pubblico (EIP), incluse società quotate, imprese bancarie e assicurative con almeno 500 dipendenti, attivo > 25 mln €, o ricavi netti > 50 mln €. Redazione della rendicontazione di sostenibilità integrata nella relazione di gestione. Obbligo di attestazione della conformità. Cross Cutting Standards (general), Topical Standards (ambiente, sociale, governance)
2025 2026 Grandi imprese non quotate che superano due dei seguenti criteri: 250 dipendenti, attivo > 25 mln €, ricavi netti > 50 mln €. Introduzione della doppia materialità (interno-esterno), inclusione degli impatti lungo la catena del valore, adozione di ESRS per la pubblicazione delle informazioni. ESRS E1-E5 (ambientali), S1-S4 (sociali), G1 (governance)
2026 2027 PMI quotate, esclusi micro-imprese, con almeno 2 dei seguenti: 10-250 dipendenti, attivo 450.000 - 25 mln €, ricavi 900.000 - 50 mln €. Possibilità di opt-out per un massimo di due anni. Obbligo di rendicontazione ESG conforme agli ESRS per le PMI quotate. VSME ESRS in fase di sviluppo
2028 2029 Imprese non UE con fatturato > 150 mln € nell’UE, con filiali/filiali o PMI quotate con ricavi > 50 mln €. Obbligo di rendicontazione ESG per le imprese non UE con attività significative in UE o con filiali/subsidiarie qualificate, conformemente agli standard applicabili all’interno dell’UE. ESRS di settore in fase di sviluppo
 
Area Legale

I dati riportati in Tabella

  • Fonti: I dati derivano dalla Direttiva (UE) 2022/2464 (CSRD) e dal Decreto Legislativo 125/2024, che recepisce la direttiva nell'ordinamento italiano, come riportato nel documento.
  • Aggiornamenti: La tabella tiene conto anche delle scadenze aggiornate tramite l’atto delegato del 2023/2775 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale UE.
  • Precisione dei riferimenti ESRS: Il documento fa riferimento agli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), specificando che il primo set di standard è composto da 12 parti, divise tra criteri generali e criteri tematici (ambientali, sociali e di governance).
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