Trialometani: proprietà e controllo nelle acque destinate al consumo umano

17/11/2020

I trialometani (THMs) sono una categoria di composti chimici nei quali, tre atomi di idrogeno nella molecola del metano (CH4) sono sostituiti da atomi di alogeni.
In base ai differenti alogeni presenti nella molecola possiamo avere trialometani che, a temperatura ambiente, si presentano gassosi, liquidi o in taluni casi solidi.

I più comuni THMs sono principalmente impiegati come refrigeranti e solventi.

Come refrigeranti l’utilizzo di alcuni è stato vietato per legge a causa dell’effetto di danneggiamento dello strato di ozono, mentre altri che non hanno mostrato attività in questo senso restano comunque classificati come gas serra.

A livello industriale invece il triclorometano (cloroformio) è il composto che riveste maggior rilevanza. In passato era utilizzato per la produzione di clorodifluorometano (uno dei trialometani refrigeranti ora vietati), mentre ad oggi è utilizzato nella sintesi del Teflon (sfruttando sempre una reazione che forma come intermedio proprio il clorodifluorometano).
È inoltre utilizzato in quantità ridotte nei laboratori di analisi e ricerca, anche se la tendenza è quella di sostituirlo con altri solventi meno tossici.

Per quanto riguarda le acque destinate al consumo umano alcuni THMs rappresentano una delle principali classi conosciute di sottoprodotti dei processi di clorazione dell’acqua (tramite cloro o con disinfettanti clorurati).
Hanno origine dalla reazione del cloro con i composti organici presenti nell’acqua.
La formazione dei THMs viene favorita da temperature elevate e condizioni di alcalinità dell’acqua ed è frequente rilevarli in concentrazioni maggiori nella rete idrica rispetto all’impianto depurativo.

L’importanza del loro monitoraggio nelle reti idriche è fondamentale poiché alcuni di questi sono classificati dalla IARC come “possibili cancerogeni per l’uomo” (gruppo 2B) mentre altri, individuati come “non classificabili in relazione alla cancerogenicità per l’uomo” (gruppo 3), hanno dimostrato comunque effetti negativi sugli animali.

Il decreto legislativo n°31 del 2 febbraio 2001, che rappresenta il recepimento nazionale della direttiva europea 98/83/CE relativa alla qualità dell’acqua per consumo umano, prevede il monitoraggio dei quattro più comuni THMs presenti come inquinanti nell’acqua ovvero cloroformio, bromoformio, dibromoclorometano e bromodiclorometano.
Il decreto fissa a 30 µg/l il limite di legge per la sommatoria di questi composti e sottolinea come la purificazione delle acque debba si cercare di mantenere il valore di THMs il più basso possibile senza però andare a compromettere la disinfezione stessa.

Molti laboratori accreditati sono attrezzati per rilevare e quantificare questi composti utilizzando tecniche gascromatografiche con spazio di testa statico o dinamico abbinate a rilevatori a cattura di elettroni (GC-ECD) o spettrometri di massa (GC-MS).

 
Laboratori di Analisi MADE HSE
Condividi linkedin share facebook share twitter share
Siglacom - Internet Partner