L’urea, si presenta come un solido cristallino incolore, principale componente dell’urina, risulta essere il prodotto finale del metabolismo proteico. Nella sintesi proteica e nei processi metabolici che avvengono nell’organismo, l’azoto di scarto viene convertito in urea, che disciolta nel sangue, attraverso il sistema circolatorio raggiunge i reni dove poi viene espulsa tramite l’urina.
Non tutti sanno però che l’urea è presente in diversi campi, come per esempio:
- Nel settore cosmetico, può essere utilizzata nelle creme come principio idratante, cheratolitico e nel trattamento di dermatiti atipiche per la sua funzione di rigenerazione cutanea e per la capacità di favorire il distacco di cellule morte.
- Nel campo dell’agricoltura viene impiegata come fertilizzante azotato, in quanto i batteri presenti nel terreno riescono ad idrolizzare l’urea e liberare l’azoto molto utile per la crescita delle piante.
- Nel campo industriale viene usato in qualità di un additivo in grado di abbattere le emissioni di ossidi d’azoto.
Viene altresì utilizzata come additivo nei mangimi per soli ruminanti con rumine funzionale, reso utilizzabile dalla commissione europea nel regolamento di esecuzione (UE) N. 839/2012 entrato in vigore il 18 settembre 2012 il quale afferma che nelle condizioni di impiego proposte, l’urea non ha effetti nocivi sulla salute animale e umana o sull’ambiente e che fornisce azoto non proteico per la sintesi proteica microbica nel rumine.
L’urea identificata come additivo 3d1 deve sempre essere dichiarata se presente nel mangime, deve essere somministrata in maniera graduale e come parte di una dieta ricca di carboidrati facilmente digeribili per permettere l’assuefazione della flora batterica.
La quantità massima di urea consentita come additivo per mangimi è di 8800 mg/kg su un mangime con umidità pari al 12%. L’urea è utile ai ruminanti e molto conveniente in quanto con quantità ridotte rispetto ad altri mangimi apporta un grande valore proteico.
Per determinare il tenore di urea nelle pre-miscele, nei mangimi composti e nelle materie prime si usa una tecnica spettrofotometrica secondo l’allegato III, parte D, del regolamento (CE) n. 152/2009. Inoltre, come dichiarato nel metodo di analisi, la lunghezza d’onda utilizzata per la determinazione d’urea può essere interferita, nei mangimi ad alto contenuto proteico, dalla presenza degli amminoacidi. Per ovviare a questo problema si passa ad un’altra lunghezza d’onda dove lo spettro riesce a rivelare l’urea senza essere interferita dagli amminoacidi. I controlli del tenore di urea si eseguono per evitare truffe da parte del produttore per fini meramente economici. infatti l’urea costa meno delle proteine utilizzate nei comuni mangimi.
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